Storia ed eccellenze

825 e 1361: queste due date segnano l’inizio dell’Università degli Studi di Pavia, l’Ateneo più antico della Lombardia e uno dei più antichi d’Europa. All’825 risale il capitolare dell’imperatore Lotario, che costituì a Pavia la scuola di retorica per i funzionari del regno. Lo Studium Generale fu invece fondato da Carlo IV nel 1361: una scuola giuridica e letteraria di grande rinomanza, che richiamava studenti da tutta Europa.
Con il rinnovamento degli studi accademici voluti dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, nel 1771 tra le cattedre assegnate alla Facoltà Filosofica dell’Università di Pavia compaiono Geometria, Algebra elementare, Fisica generale, Algebra sublime, Meccanica e Fisica sperimentale. All’interno della Facoltà di Filosofia, la presenza di numerose materie di carattere matematico favorisce l’individuazione di un indirizzo di studi per la formazione di futuri ingegneri, architetti e agrimensori. Nel 1786, infatti, un Avviso del Regio Imperiale Consiglio di Governo decreta che “essendo la Regia Università di Pavia il centro della Istruzione Nazionale (…) debbano fare i loro studi a Pavia anche què Giovani che vogliono esercitare la professione d’Ingegnere o Architetto”, e afferma che nessuno può essere ammesso all’esercizio della professione se non dopo aver “riportato il grado della Licenza nell’Università”.
Nel 1840 vengono confermati per il Lombardo-Veneto i due Istituti per l’istruzione dei periti Agrimensori, Ingegneri e Architetti, l’uno presso l’Università di Pavia, l’altro presso quella di Padova.
Tra il 1849 e il 1859 Antonio Bordoni (1788-1860) presenta una “Proposta per un nuovo piano per lo studio matematico”, in cui auspica l’istituzione di corsi pratici per l’ingegneria e prevede le specializzazioni di architettura, ingegneria rurale, meccanica, mineraria, idraulica e civile, militare. La proposta non ha seguito, perché intorno a quegli anni già si parla della possibile istituzione dei Politecnici.
Nel 1859 con l’unità nazionale è promulgata la Legge Casati, che promuove l’istituzione di una Scuola di applicazione per gli ingegneri a Torino e di un Istituto Tecnico Superiore a Milano, a scapito dei corsi di ingegnere architetto e agrimensore, a Pavia facenti capo alla Facoltà di Scienze. La legge permette tuttavia che venga lasciato a Pavia il triennio preparatorio, poi divenuto nel 1875 biennio. Per continuare il loro percorso formativo in Ingegneria, gli studenti devono dunque spostarsi a Milano, Torino o in sedi più lontane.
Nell’Università di Pavia il terzo anno propedeutico è però mantenuto, mutandolo in primo anno di applicazione con l’istituzione dei corsi mancanti. Il Disegno risulta una disciplina fondamentale: nei regolamenti si stabilisce che lo studente deve frequentare presso la Facoltà di Scienze il Disegno di ornato e il Disegno di architettura. Nel 1916 l’anno propedeutico è trasformato in Gabinetto e Scuola d’Ornato e di Architettura.
Nel 1899 la nomina a professore straordinario di Sebastiano Giuseppe Locati vede il completo rinnovamento dell’insegnamento dell’architettura a Pavia. Già docente presso l’Accademia di Belle Arti di Milano, Locati è un personaggio di assoluto rilievo nella cultura architettonica nazionale e internazionale. A Pavia negli anni, oltre ai quelli di Disegno, tiene anche i corsi di Composizione architettonica, Storia generale dell’architettura, Applicazioni di geometria descrittiva e di Architettura pratica. Si occupa, inoltre, di potenziare i materiali didattici idonei all’insegnamento dell’architettura e delle costruzioni nel loro complesso, integrando la gipsoteca con pezzi classici e gotici e curando la biblioteca.
Negli anni sessanta del Novecento si va delineando l’opportunità di istituire a Pavia una Facoltà di Ingegneria completa. Tramite il DPR del 1967, con l’avvio delle attività, affidato ad un Comitato tecnico presieduto da Silvio Cinquini dell’Università di Pavia e composto da Duilio Citrini e Noverino Faletti del Politecnico di Milano, si ha nella sua prima seduta del 1968 la chiamata di Ugo Maione a ricoprire la cattedra di Idraulica, primo professore di ruolo della neonata Facoltà. Alla vecchia Scuola d’Ornato subentra così il Dipartimento di Ingegneria del territorio.
Nell’anno accademico 1968-69 la Facoltà risulta pienamente attivata con il corso di laurea in Ingegneria Elettrotecnica. In tempi immediatamente successivi vengono attivati anche i corsi di laurea in Ingegneria Elettronica e Ingegneria Civile, divisa quest’ultima nelle sottosezioni Idraulica e Trasporti. Nel 1969 il Consiglio di Facoltà, costituito dai primi tre docenti di ruolo (Ugo Maione, Renato Sparacio e Vito Svelto), elegge preside il prof. Maione. Nel 1970 il Consiglio di Facoltà approva modifiche dello statuto determinanti per il suo sviluppo futuro.

I primi anni di vita della Facoltà sono caratterizzati da rilevanti problemi logistici. La Facoltà di Ingegneria è divisa in quattro sedi, tutte localizzate nel centro storico della città e insufficienti ad ospitare tutte le attività che si stanno sviluppando.
Per questo motivo, grazie anche all’entrata in vigore della Legge 641/67, l’Ateneo conferisce incarico a Giancarlo De Carlo di redigere un piano di sviluppo e di ristrutturazione edilizia dell’Università, che preveda anche l’inserimento delle strutture universitarie del Policlinico San Matteo e della Facoltà di Medicina, già decentrate dai primi anni del Novecento.
Concluso nel 1974, il piano multipolare prevede nell’area del Cravino, allora interamente ad uso agricolo, la realizzazione di un Polo Scientifico e Tecnologico, all’interno del quale avrebbe dovuto avere la sua sede la Facoltà di Ingegneria. Nel 1985 la Facoltà si trasferisce nella sede attuale, grazie alla quale può disporre di spazi adeguati alla didattica e alla ricerca.
Nel 2013 la Facoltà di Ingegneria, in ottemperanza alla legge 240/10 (Legge Gelmini), viene disattivata come tutte le altre Facoltà dell’Ateneo, essendo passate le responsabilità didattiche nelle mani dirette dei Dipartimenti. Tuttavia, come previsto dalla stessa legge, i Dipartimenti di Ingegneria Civile e Architettura, di Ingegneria Industriale e dell’Informazione e di Matematica riattivano subito la Facoltà di Ingegneria, con i compiti di coordinamento della didattica multidipartimentale dei corsi di laurea che le afferiscono.
I Presidi della Facoltà di Ingegneria
1969 – 1976: Prof. Ugo Maione
1976 – 1979: Prof. Giorgio Macchi
1979 – 1981: Prof. Mario Italiani
1981 – 1985: Prof. Francesco Secondo Lucchini
1985 – 1990: Prof. Vito Svelto
1990 – 1996: Prof. Ugo Moisello
1996 – 2002: Prof. Ivo De Lotto
2002 – 2008: Prof. Virginio Cantoni
2008 – 2016: Prof. Carlo Ciaponi
2016 – 2022: Prof. Lalo Magni
2022 – oggi: Prof. Luca Perregrini
G. De Carlo, Architettura, città, università. Disegni, Alinea Editrice, Firenze 1982.
L. Erba, Gli studi di Ingegneria nell’Università di Pavia, Università degli studi di Pavia, Pavia 1982.
A. Gabba, Il Collegio degli ingegneri e degli architetti di Pavia nel 125° della fondazione, Industria Grafica Pavese, Pavia 1986.
I. De Lotto (a cura di), Scuole e Facoltà per gli Ingegneri in Pavia, Edizioni New Press, Como 2003.
V. Cantoni, A. Ferraresi (a cura di), Ingegneri a Pavia tra formazione e professione. Per una storia della Facoltà di Ingegneria nel quarantesimo della rifondazione, Cisalpino-Istituto Editoriale Universitario-Università degli studi di Pavia, Pavia 2007.
D. Mantovani (a cura di), Almun Studium Papiense. Storia dell’Università di Pavia, Cisalpino-Istituto Editoriale Universitario-Università degli studi di Pavia, Pavia 2020, volume 3, Il Ventesimo secolo, tomi I-II.